Nazionale

Lo sport non è solo roba da uomini: l'eredità di Mabel Bocchi

Valeria Frigerio e Manuela Claysset ricordano il percorso della cestista al fianco dell'Uisp. Una vita per lo sport e per i diritti delle donne

 

"Mabel Bocchi fu una delle prime atlete di spicco che aderirono alla Carta dei diritti delle donne nello sport che l’Uisp lanciò nella primavera del 1985. Aveva già intrapreso con successo anche la carriera di commentatrice sportiva televisiva e si occupava di pubbliche relazioni e per noi il suo sostegno era doppiamente importante": la ricorda così Valeria Frigerio, storica dirigente Uisp, che i quegli anni era parte del Coordinamento nazionale Donne Uisp. 

Mabèl Bocchi, leggenda della pallacanestro femminile scomparsa il 4 dicembre a 72 anni, ha dominato gli anni '70 come più forte cestista del mondo (nel 1975 fu la Federazione Internazionale Basket ad eleggerla miglior giocatrice) e come sportiva impegnata per i diritti delle donne nello sport.

"Mabel Bocchi è stata un'atleta che ha condiviso politiche ed iniziative per l'autodeterminazione delle donne, impegnata per i diritti di tutte, nello sport e non solo - ricorda Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp - Una pioniera che ha dato voce anche all'importanza dello sport di base e non solo di quello di selezione, una battaglia ancora oggi molto attuale. Nonostante i risultati, le medaglie, il riconoscimento del professionismo per le atlete e del lavoro sportivo, c'è ancora molto da fare per la parità e le pari opportunità nello sport. Le atlete ancora oggi faticano ad avere gli stessi diritti e tutele, anche nell'attività motoria e sportiva di base, che ha l'obiettivo di promuovere la salute delle persone, le donne spesso sono le prime ad abbandonare e i dati della sedentarietà femminile nel nostro Paese sono ancora allarmanti. L'impegno della Uisp è rivolto a promuovere progetti e attività, per dare maggiori opportunità a donne e ragazze, continuando sulla strada che alcue pioniere, tra cui Mabel, hanno aperto".


"Occorre tener presente che quarant’anni fa la situazione delle donne nello sport italiano era molto arretrata, in termini di diritti e di pari opportunità - prosegue Valeria Frigerio - né il calcio né il rugby femminili erano riconosciuti dalle rispettive federazioni e tornei e incontri si svolgevano tra grandi difficoltà operative, grazie all'autofinanziamento. Il basket era uno dei pochi giochi di squadra in cui l’attività femminile godeva di riconoscimento e popolarità. Inoltre, Mabel era un’atleta che aveva dimostrato il suo valore in campo ma era anche impegnata nel combattere le disparità di trattamento rispetto ai colleghi maschi: era lei che negoziava i premi partita col presidente del Geas. Il suo appoggio era una risorsa anche sul terreno della comunicazione perché nella Carta sottolineavamo come fosse necessario che l’informazione sullo sport femminile fosse incentrata sugli aspetti tecnici e non ‘folcloristica’: quindi avere al nostro fianco giornaliste impegnate su questo terreno era strategico".


"Le occasioni di collaborazione con Mabel Bocchi furono numerose per noi dell'Uisp in quegli anni e nei successivi - prosegue Valeria Frigerio - nell’autunno del 1987 organizzammo a Firenze un’intensa quattro giorni con il titolo "Sportiva": oltre a un convegno scientifico, una corsa e una mostra fotografica presentammo il libro ‘Donne di Sport’, curato da Monica Lanfranco con interviste ad atlete (le ‘pioniere’, le ‘classiche’, le ‘spericolate’) realizzate da importanti giornaliste italiane. Mabel fu l’unica che scrisse direttamente la sua intervista (pubblicata sullo scorso numero di Uispress) e partecipò alla serata con il suo consueto piglio da mattatrice. Penso che, al di là dei suoi meriti sportivi, ci abbia testimoniato la consapevolezza del difficile percorso di costruzione di una modalità propria, e quindi femminile, di vivere una realtà impostata su parametri maschili". (a cura di I.M. e E.F.)

Foto tratta da sito internet Ussi-Unione Stampa Sportiva - Didascalia: Mabel Bocchi era nata e cresciuta cestisticamente ad Avellino. Nella foto è la terza da sinistra in ginocchio. Sono i campionati studenteschi di atletica e la scuola è il liceo Imbriani di Avellino. Anno 1968